Smart working
LAVORO&DINTORNI

Smart working: ipoteca sul futuro lavorativo?

Smart working: ipoteca sul futuro del mondo lavorativo di molte aziende, delle figure professionali a esse collegate? Parliamone.

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Oggi vi parlerò di lavoro alternando, come sempre, serietà e ironia. Per questo, ogni tanto vi capiterà di vedere la scritta ‘Modalità blogger professional’: On/Off.

‘Modalità blogger professional’: OFF

Devo chiedervi di prepararvi psicologicamente, a un paio di ‘saluti ufficiali’. Siete pronti a dire addio a una pietra miliare della comunicazione per dare, invece, un caloroso benvenuto a ‘chi’, senza ombra di dubbio, è destinato a entrare nella storia dello scambio di informazioni in rete? Se la vostra risposta è sì, ci siamo, potete continuare a leggere il post.

‘Modalità blogger professional’: ON

Sono due i passaggi che ritengo siano (quasi) obbligatori per coloro che intendano cambiare, in meglio, il proprio modo di collaborare professionalmente (da casa) con le aziende: il primo è quello di ‘switchare’ l’interruttore sul fattore organizzazione/ottimizzazione delle tempistiche, mentre il secondo è quello di proiettare la vostra mission nel futuro, alla scoperta della rete e dei suoi vantaggi. Se sarete voi, i primi a essere consapevoli del potenziale della rete avrete buone probabilità di riuscire a convincere anche il vostro boss. (Magari bastasse!) Ma com’è che si dice? Chi ben comincia è a metà dell’opera.

‘Modalità blogger professional’: OFF

Bene. È arrivato il momento… che dire? È stato bello finché è durato!

Addio piccione viaggiatore, benvenuta chiocciola! (Tranquilli, il caffè corretto che ho bevuto dopo pranzo non c’entra…).

‘Modalità blogger professional’: ON

Tornando seria, ma restando per un attimo al discorso piccione/chiocciola, che ho utilizzato per introdurre in modo scherzoso le risorse della rete, lo so, in passato ci sono stati i messaggi in bottiglia, le lettere, i telegrammi, le raccomandate e il telegrafo. E non importa se alcuni di questi mezzi ancora esistono. Sappiate che sul lavoro, in ufficio o a casa, non c’è proprio niente e nessuno (forse, solo Speedy Gonzales) che possa avvicinarsi lontanamente alla velocità della comunicazione in rete.

L’importanza della rete nello smart working

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Facciamo un piccolo passo indietro. Il termine on line, riferito a un e-commerce è spesso sinonimo di call to action (chiamare all’azione), di dinamicità, di passe-partout per le attività che abbiano intrapreso la decisione di vendere prodotti oppure servizi, in rete. Insomma: io credo non si possa più fare finta di niente.

La rete è una realtà (virtuale) attendibile per il mondo del lavoro, che non solo conta numerosi vantaggi ma merita altresì la giusta considerazione.

E, a proposito di rete, una cosa è certa: per molti aspetti che andremo a vedere, questo potente mezzo è il simbolo della rivoluzione e dell’evoluzione in qualsivoglia campo.

Essa permette di comunicare informazioni, scambiare dati e collaborazioni da una parte all’altra del mondo in modo capillare. Se non esistesse, per le aziende di qualunque settore sarebbe un grosso guaio. Per questa ragione, sono in molti a credere che, prima o poi, le piccole imprese (più scettiche) si convertiranno e prenderanno in considerazione questa valida alternativa di crescita e, se vogliamo, di ampliamento di vedute. D’altronde, a pensarci bene, un servizio e un prodotto compiono percorsi paralleli attraverso canali differenti nel tentativo di raggiungere gli stessi obiettivi: soddisfare le richieste del cliente e infine vendere. In questo, la rete gioca un ruolo fondamentale con il fattore della rapidità. Difatti, nella stessa, le distanze si annullano grazie alle mail, le video conferenze e ai sistemi di archiviazione e condivisione nei cloud.

Attraverso la rete si possono:

  • scambiare file e informazioni via mail;
  • archiviare file;
  • richiedere preventivi;
  • fornire consulenze;
  • organizzare corsi;
  • acquistare e vendere di tutto, addirittura le auto;
  • lavorare.

I tempi sono cambiati: app e siti galoppano verso il futuro del lavoro in rete

Domanda: vogliamo parlare di quanto siano stati utili, risolutivi e innovativi applicazioni e siti web, nel processo di rilancio di figure professionali che non se la passavano, diciamo, benissimo? Risposta: UN BEL PO’.

Non so se abbiate avuto modo di recente, di seguire il programma televisivo connesso a B Heroes. Ve lo accenno brevemente perché credo calzi a pennello. Che cos’è B Heroes? Cito testualmente dal sito; B Heroes è un percorso di accelerazione rivolto ad aziende ad alto contenuto di innovazione. BHeroes non solo ha evidenziato proprio quanto detto finora ma ha messo in luce progetti lavorativi, presentati in occasione della trasmissione, strettamente legati alle app, quindi al lavoro in rete e di conseguenza al business, indovinate dove? In rete. Gli startupper hanno portato idee e valori molto interessanti, nati da un buon lavoro di team work, dalle skills (punti di forza, abilità) di ogni membro e da obiettivi ambiziosi, a partire dal vincitore: *Wash Out, fino ad arrivare a 3 Bee, Start2Impact e *Homepal, tanto per citarne qualcuna. Grazie alla rete sono state rimesse in pista professioni che hanno e avevano bisogno di una ventata di novità. *Dal lavaggio auto al *mercato immobiliare.

Parliamone.

Lo smart working non è lontano da tutto questo

Continuate a seguirmi.

Proseguiamo con un ulteriore step che vi farà entrare nel vivo dello smart working

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La gestione on line, vale a dire ʻa distanzaʼ, delle collaborazioni professionali non può più essere considerata fantascienza da un po’ di tempo a questa parte. Ad esempio, in Olanda, il lavoro da casa è diventato un diritto, e ci si augura, per una serie di (buoni) motivi, che venga compiuto qualche passo in avanti nei confronti del tele-lavoro anche nel resto degli altri paesi europei. Ad onor del vero, in Italia, qualcosa si sta muovendo. L’anno scorso, la Ferrero (quella della crema spalmabile alla nocciola più famosa del mondo), ha già dimostrato di voler aprire le porte a un modello parziale di home office. L’azienda storica di Alba ha sostenuto un progetto smart che non ha temuto rivali, in cui sono stati coinvolti almeno un centinaio dei suoi dipendenti (Leggete QUI). Il riscontro è stato positivo, tant’è che i numeri del bilancio sono stati un incentivo a ripetere l’esperienza. Tuttavia, la multinazionale cuneese specializzata nel settore dolciario, non è l’unica a essere interessata a proseguire in tal senso. Il tele-lavoro, non solo ha tutte le carte in regola per tramutarsi in una sorta di ‘scommessa a fare bene’ per molte imprese ma, esso potrebbe concretizzarsi in una vera e propria svolta nelle carriere di profili affidabili e meritevoli, sotto diversi punti di vista.

Che cosa è, di preciso, lo smart working?

L’home office altro non è che la possibilità da parte di un professionista, di svolgere il proprio lavoro da casa, per un’azienda, con regolare contratto a tempo pieno o part-time, attraverso un Pc, un server (aziendale) e una rete dati. Prima di proseguire però, è bene fare alcune precisazioni. Il tele lavoro non è da confondersi in alcun modo con il lavoro di prestazione occasionale discontinuo, tipico dei call center o degli agenti di vendita. L’home office è a tutti gli effetti una collaborazione professionale continuativa tra un dipendente o freelancer (libero professionista con P. Iva) e un’azienda.

Ecco gli step, applicabili in ufficio o in modalità home office, di un comune staff planning,

  • Pianificazione (delega e assegnazione del lavoro);
  • tempistiche;
  • confronto e organizzazione con un responsabile;
  • controllo;
  • consegna lavoro.

Vi ricordate i saluti dell’inizio? È bene che ci si lasci alle spalle, oltre al piccione viaggiatore, un pensiero superficiale: l’home office non deve e non può diventare la zona confort in cui fare bellamente i cavoli vostri. In parole molto ma molto povere: dovete cliccare il tasto CANC sul fake concept (concetto fasullo) stile, “Il gatto non c’è i topi ballano”.  Prima, durante e dopo il periodo di prova, di rodaggio dell’home office dovrete dimostrare al coach di riferimento di essere affidabili, competenti e multitasking, altrimenti, i topi, senza formaggio, col cavolo che ballano! Occhio, quindi: l’home office non è una scorciatoia, per stare soli soletti con la musica a palla, i piedi sulla scrivania ed evitare goal setting e problemi relativi al team working.

Lo smart working piace come alternativa al work office, ma non a tutte le aziende e ci sta

Vuoi per una questione di fiducia vuoi perché non si possono monitorare e seguire, step by step, in modo tradizionale, ossia da vicino. lavoro e lavoratore, l’home office necessiterà di tempi lunghi prima che possa diventare una realtà lavorativa consolidata. I one one o face to face (confronti di persona) e le huddle (riunioni settimanali o mensili in cui si mette a punto il lavoro) sembra rappresentino due degli scogli più difficili da superare per i datori di lavoro.

Ma è ʻsoloʼ questo a frenare le imprese? Non proprio.

Vi starete chiedendo: perché allora, lo smart working non dovrebbe funzionare, come il work office di aziende con un organigramma ben delineato? Semplice. Perché “il potrebbe funzionare” è ancora troppo forte rispetto al concetto del “prova a farlo funzionare”. Sia il datore di lavoro sia il collaboratore, per motivazioni differenti, non sono ancora pronti a vedere lo smart working come un’opportunità da tenere in considerazione. In ogni caso, sebbene i tempi per lo smart working possano apparire acerbi, sarebbe riduttivo vedere il tele-lavoro come una mera condizione esclusiva per il collaboratore.

Le regole sono regole, a casa e in ufficio. Il punto è rispettare le regole e se non dovesse succedere, il discorso diventerebbe più semplice di quanto si possa pensare… non trovate?

Proviamo comunque a fare le corrette valutazioni riguardanti le potenzialità dell’home office

I vantaggi dello smart working

  • Riduzione delle perdite di tempo;
  • riduzione dei conflitti tra dipendenti;
  • dipendenti meno stressati e più disponibili;
  • riduzione degli sprechi;
  • comunicazione efficace attraverso feed back continui tramite telefono ed email;
  • renderebbe possibile un processo di green economy;
  • ci sarebbe più tempo per coltivare famiglia, amici e passioni;
  • renderebbe possibile un miglioramento della qualità della vita del lavoratore.

Gli svantaggi dello smart working

  • Mancanza di socializzazione;
  • possibili distrazioni;
  • minor resa sul piano lavorativo;
  • retribuzione più bassa.

Con lo smart working è sempre possibile:

  • valorizzare e responsabilizzare il personale;
  • sviluppare le carriere;
  • contare sull’affidabilità di una risorsa che fa la differenza in azienda;
  • non rischiare di perdere un professionista che ha competenze tecniche oggettivamente superiori agli altri membri del team;
  • sviluppare la skill del problem solving.

Nonostante, come vedete, ci siano i pro e i contro, cui va sicuramente rivolto un occhio di riguardo, stanno arrivando segnali importanti, impossibili da ignorare, da alcune tra le professioni più classiche e ancorate, per certi versi, a una postazione di lavoro fissa, più tradizionale, legata a un ufficio di riferimento o a una postazione ʻstoricaʼ in cui incontrare il cliente. Sono in costante aumento gli avvocati, i commercialisti, gli architetti, gli ingegneri e le imprese che hanno investito nell’idea dell’home office, vendendo consulenze, lavorando tramite il web con l’obiettivo di dare respiro al proprio business plan e risparmiare sui costi fissi. Alimenti, case, abiti, libri e progetti, tutti questi settori che avevano subito un duro contraccolpo a causa di ingenti spese mensili da sostenere e della concorrenza, adesso sono in cima alla lista di una considerevole ripresa economica, proprio grazie alla loro presenza nel mercato on line. I dati parlano chiaro (si è arrivati ad abbattere i costi del 30%, circa) e il paragone con l’e-commerce è inevitabile, perché i principi dell’home office, pur essendo frenati dall’ottica di un controllo meno stretto delle risorse umane, da un punto di vista operativo sono in parte i medesimi.

Detta così, lavorare da casa potrebbe sembrare la cosa più semplice del mondo, invece sono ancora parecchie le difficoltà da affrontare prima che questa nuova frontiera del mondo lavorativo possa prendere piede in modo significativo.

E voi che cosa ne pensate? Vi ritrovate nelle riflessioni del mio post? Mi piacerebbe conoscere la vostra opinione.

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