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Consecutio temporum, la paura fa 90!

Consecutio temporum: la paura fa 90!

Tranquilli, non sto dando i numeri, ma si sa: la Consecutio temporum è una spina nel fianco di tanti. Il nome inquieta, è vero

Ma chi dice che non tutto è come sembra, ha ragione.

La consecutio temporum non è poi così terrificante come la si dipinge.

C’è di peggio, almeno credo. Per esempio, per quanto mi riguarda, le espressioni algebriche e la trigonometria!

Consecutio temporum: la paura fa 90!

Radici quadrate e parentesi graffe a parte, con questo post vorrei dare qualche dritta a chi teme ed evita la consecutio temporum come fosse la peste.

Dunque, niente paura. In sole otto mosse, avete capito bene (8!) vi libererete finalmente, spero, ‘dell’incubo consecutio’. Don’t worry, guys: se l’ho capita io, con l’aiuto di Grilletto può farcela chiunque. A tutto c’è rimedio, anche al panico da consecutio. Certo, perché la consecutio temporum va semplicemente presa per il verso giusto. Vale a dire, facendo qualche passetto indietro ed esaminando che cosa c’è dietro le basi delle regole grammaticali che la caratterizzano. ‘Il latino latinorum’ mette un po’ di strizza a prescindere. Lo so, perché l’ho studiato per un po’ di anni e, con il senno di poi, sono felice di averlo fatto. Il latino è fondamentale per chi scrive e per arrivare a capire un sacco di cose sulla grammatica della lingua italiana e non solo.

Allora, siete pronti a varcare la soglia della consecutio temporum, il limbo più limbo del limbo dantesco?

3,2,1…

Step number #1 (start)

La consecutio temporum regola la corretta concordanza dei tempi verbali che intercorrono tra le proposizioni subordinate e la proposizione principale

La consecutio temporum non è interpretabile, ma è disciplinata da alcune regole ben precise da rispettare.

Step number #2

In ogni periodo grammaticale è presente almeno una proposizione principale che sta in piedi da sola, per dirla con parole semplici. Il suo elemento distintivo è che non dipendente da nessun’altra. Le altre proposizioni, al contrario, non reggono da sole e proprio per questo motivo si chiamano subordinate o secondarie. Esse hanno un rapporto di coordinazione e subordinazione, per l’appunto, con la proposizione reggente, ossia, quella principale. Tuttavia, per non cadere in errore è bene fare alcune importanti precisazioni su quest’ultima.

Step number #3

  • Il criterio più importante per riconoscere la proposizione principale è la funzione sintattica che essa ha all’interno di una frase.
  • Non è sempre detto che la proposizione principale sia collocata per prima, all’inizio di una frase.

Esempio: Trovandomi a Cagliari un giorno di ottobre, di cui non ricordo il giorno preciso, andai al mercato del pesce.

  • Può succedere che nel corpo della principale si inserisca una secondaria.

Esempio: La volpe, che aveva trovato un suo nascondiglio, fu scovata da un covo di lupi, perché la grotta in cui si rifugiava era l’unico luogo riparato di quel bosco.

  • La preposizione principale non sempre è la più importante. A volte i concetti, i pensieri più rilevanti di un periodo sono espressi (o meglio, imboscati) nelle subordinate.

Esempio: Era appena finito il film, quando iniziammo a baciarci.

Nota bene: in un qualsiasi periodo sarà possibile trovarsi di fronte a una proposizione reggente (narrative, esclamative, concessive, *dubitative, *interrogative, potenziali, ecc.) e a subordinate di vario grado e genere (oggettive, soggettive, finali, consecutive, temporali, ecc.).

***IMPORTANTE***

La consecutio temporum si focalizza, in particolare, sulle proposizioni subordinate oggettive, vale a dire su quelle che fanno da complemento oggetto al verbo della proposizione reggente

Vi ricordate cosa sono: complemento oggetto e verbo transitivo attivo? Non preoccupatevi, ci pensa grilletto a schiarirvi la memoria…

Step number #4 e #5

Complemento oggetto e verbo transitivo attivo (sempre più difficile!)

Mancano solo tre passaggi per arrivare alla tabella illuminante di Grilletto sulla consecutio temporum… non mollate!

Step number #6 (ci siamo quasi, tenete duro!)

Le proposizioni subordinate oggettive sono rette dai significati dei seguenti verbi:

  • Dichiarativi

dire, comunicare scrivere, negare, rispondere, raccontare…

Es. I custodi dissero che avrebbero aperto al pubblico la settimana successiva.

  • Che indicano una percezione

sentire, osservare, credere, sapere, ricordare…

Es. Egli crede di vedere un Ufo ma sbaglia.

  • Che esprimono un’opinione, un dubbio, un sospetto

credere, pensare, ritenere, supporre, ipotizzare…

Es. L’automobilista ritenne che l’invalido potesse attraversare.

  • Che esprimono desiderio, volontà, ordine, proibizione

volere, desiderare, sperare, ordinare, vietare…

Es. Il giudice ordinò il rinvio dell’udienza.

Step number #7

Adesso che sappiamo che cosa sono le proposizioni, reggenti e oggettive, possiamo proseguire con gli schemi della consecutio temporum

È opportuno rilevare che proposizioni subordinate e proposizione principale si comportano in modo diverso a seconda dei modi verbali (indicativo, congiuntivo, condizionale…) della proposizione indipendente o reggente. Le azioni si svolgono in tre possibili collocazioni temporali: contemporaneità, anteriorità o posteriorità.

Consecutio temporum: la paura fa 90!

Step number #8 (finish line!)

La consecutio temporum è piena zeppa di regole, ma con gli schemi di Grilletto può diventare più semplice ricordarle

Ricorda: il se ipotetico necessita sempre del congiuntivo, mentre il se dubitativo o interrogativo ammette anche il condizionale.

Naturalmente questa è solo un’infarinatura. Sono moltissime le eccezioni delle proposizioni secondarie. Nella slide troverete un esempio che potrebbe tornarvi utile.

Consecutio temporum: la paura fa 90!

*LA REGOLA VALE PER IL SE DUBITATIVO O INTERROGATIVO

Allora, sono riuscita a farvi amare un po’ di più o a odiare un po’ di meno la consecutio temporum? Spero proprio di sì! Alla prossima Grilletto-Lesson

Ah, dimenticavo, ho un messaggio per voi da parte di Grilletto… indovinate un po’?

Consecutio temporum

 

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